Willian

Ciao, mi chiamo William, ho 37 anni e sono di Milano.

Provengo da una famiglia operaia, mio padre morì che avevo 5 anni e sono cresciuto con i nonni, perché  mia madre  lavorava molto. Poi dopo circa 5 anni mia madre si sposò con un altro uomo, che, nonostante fosse  una brava persona, io non accettai mai come padre ed ero sempre più ribelle verso tutti. L’unico che consideravo mio padre era mio nonno. All’età di 13 anni mi avvicinai al mondo maledetto della droga provando l’hashish, poi piano piano LSD  e in seguito conobbi quella che non auguro a nessuno di conoscere: la cocaina. Per molti anni riuscii a vivere una doppia vita, senza che nessuno se ne accorgesse, così  pensavo di essere tanto forte da controllare senza problemi la droga e la mia vita, che secondo me era fantastica. All’età di 24 anni mi sposai e da quel matrimonio sono nate due bambine che amo più della mia vita. Quando nacquero smisi con la droga e mi dedicai completamente a loro, però, a lungo andare, caddi un’altra volta in quel mondo maledetto,  in maniera più pesante di prima. Io ero un imprenditore nel settore immobiliare e creditizio e, da quel momento, incominciai a vivere solo per il lavoro, per il denaro. Della mia famiglia mi ero completamente disinteressato, la mia unica ragione di vita era il denaro, così piano piano, senza accorgermene, diventai una persona spregiudicata, dal cuore di pietra. Per me tutto aveva un prezzo, addirittura pensavo di poter comprare anche gli affetti. Ogni giorno che passava diventavo sempre di più una persona disgustosa, ma io non me ne rendevo conto, anzi,  pensavo di essere un personaggio di cui potevo andare fiero. La droga e la trasgressione prendevano ogni giorno sempre di più il controllo della mia vita fino a distruggerla completamente. Anche mia moglie un bel giorno si stufò e mi chiese giustamente il divorzio, perché  vivere con una persona come me era praticamente impossibile. Da quel giorno la mia vita fu solo in discesa: persi la mia famiglia; negli affari nessuno mi dava più fiducia, per cui dovetti cedere la mia attività; l’amore delle mie figlie svanì;  la mia dignità era completamente scomparsa; ogni momento era buono per rubare soldi o fare soldi in maniera illecita; anche tutti gli amici mi abbandonarono, nessuno più  voleva avere a che fare con me. Ero rimasto solo, senza niente e nessuno, addirittura finii con il vivere in strada,  ero arrivato proprio a toccare il fondo. Un giorno feci un incidente in moto,  ancora oggi devo solo ringraziare  Dio se posso raccontarlo. Poco tempo dopo conobbi un signore, che, senza conoscermi e non dando peso a chi ero e a cosa facevo, mostrava verso di me un amore senza voler nulla in cambio. Io non riuscivo a dare una spiegazione a tutto questo, lui mi mostrava amicizia, mi fece conoscere tutta la sua famiglia, mi trattava come se fossi stato suo fratello. A me era rimasto solo lui come amico, allora un bel giorno decisi di raccontargli tutto e gli vuotai il sacco, così calai la maschera e finalmente gli feci vedere chi ero veramente, perché, come tutti i tossicodipendenti, ero un gran bugiardo. Quando io gli raccontai tutto,  lui non fece una grinza, addirittura sembrava che sapesse già tutto. Allora mi parlò di Gesù e mi disse che per me ci poteva essere ancora una possibilità, ma io non credevo a tutto cio’, per me la mia vita era diventata un inferno e non aveva più nessun senso vivere, desideravo morire. Allora mi diedi io l’ultima possibilità  cambiando città, pensavo che Milano non era più adatta a me, ma in realtà ero io quello che non andava bene, non Milano. Mi trasferii a Rimini, ma anche lì, nel giro di poco tempo, toccai nuovamente il fondo. Caddi così  in basso che più in basso non si poteva e finii di nuovo con il vivere in strada, facendo quotidianamente furti e scippi. Non ce la facevo più,  per me vivere era diventata una sofferenza. Un pomeriggio stavo passeggiando nei pressi della stazione di Rimini, decisi di entrare per fare qualche furto o recuperare del denaro mentre, in quel momento, vidi che da lontano stava per arrivare un treno. Allora una voce dentro di me incominciò a parlarmi e mi diceva: “ammazzati, buttati sotto quel treno,  falla finita, che vivi a fare? Non vedi che sei un fallito, che cosa stai aspettando?” Io decisi di ascoltare quella voce e lanciarmi sotto quel treno, ma nei pressi di dove stavo io c’erano degli agenti della polfer (polizia ferroviaria) di Rimini che mi stavano osservando e, appena capirono la mia intenzione, mi immobilizzarono. Io scoppiai a piangere e raccontai loro tutta la mia storia. Tutti si commossero e verso di me mostrarono molto affetto. Per me questo significò molto perché   era da tanto che qualcuno non parlava con me, cercando di darmi dei consigli. Allora mi ricordai che tempo prima avevo conosciuto un ragazzo che mi aveva parlato del “centro betel”,  dicendomi che era un centro gratuito che aiutava le persone con gli stessi problemi che avevo io.  Decisi così di entrare nel “centro betel”, mi presentai all’ufficio senza alcun preavviso;  l’unica cosa che avevo era la mia valigia piena di fallimenti e mi accettarono subito senza alcun tipo di compromesso. Al centro betel trovai quello stesso amore che aveva quella persona che per la prima volta mi parlò di Gesù, anche lì mi presentarono la figura di Gesù Cristo dicendomi che per me ci poteva essere ancora una possibilità e che Lui era l’unica persona che poteva cambiare la mia vita. Questa volta ci ho creduto, l’ho accettato nella mia vita come mio personale Salvatore e da quel momento nella mia vita tutto è cambiato. Ho riacquistato la mia dignità, la stima delle mie bambine, anche il rapporto con alcuni membri della mia famiglia è  stato restaurato, grazie a Gesù sto ricominciando a credere in me stesso. Il 20 giugno del 2010 sono sceso nelle acque battesimali, così ho dichiarato pubblicamente di appartenere a Gesù, per cui ho deciso di servirLo dove e in che modo me lo farà  capire Lui.  In questo momento, grazie a Dio, sono ancora al centro betel e sono uno dei responsabili.  Fin quando il Signore non mi chiama da un’ altra parte, sono felice di servirLo in questo posto fantastico, l’unica cosa che non voglio fare è  separarmi da Lui, visto che è stato l’unico ad accettarmi ed amarmi quando nessuno più mi voleva. Quello che voglio dire per quanti pensano che per loro non ci sia più via di scampo è che è una bugia. Sappi che per Gesù nulla è impossibile, Lui vuole riscattare anche la tua vita, accettaLo e vedrai.

Salmo  27;10  qualora mio padre e mia madre mi abbandonino il Signore mi accoglierà